Brovary è una città dell’Ucraina di poco meno di 100 mila abitanti che si trova nella regione di Kiev, a circa 20 chilometri a Nord-est dalla capitale. Il Movimento europeo di azione non violenta (MEAN), di cui la nostra associazione fa parte fin dalla sua costituzione avvenuta poche settimane dopo l’invasione russa dell’Ucraina, nella giornata di lunedì 13 marzo ha ufficialmente consegnato il “Peace Village” alla comunità di Brovary. Alla cerimonia di inaugurazione era presente anche la presidente dell’Associazione Amici Casa della carità, Maria Grazia Guida.
Il “Peace Village” è uno spazio multifunzionale e rifugio climatico a servizio della popolazione civile, progettato dall’architetto Mario Cucinella e donato da MEAN insieme con un pool di imprese italiane, tra cui ScaffSystem di Ostuni e Mannigroup di Verona. Da parte ucraina, il progetto è stato curato dalla Fondazione di beneficenza internazionale di Serhii Malyk “Free Spirit of Ukraine” e Kyiv Municipal Motor Car Club con il sostegno dell’Amministrazione statale del distretto di Brovary della regione di Kiev e del Consiglio comunale di Brovary.

L’area del complesso è di 300 metri quadri. “Peace Village” è stato disegnato ricalcando il simbolo circolare del segno della pace, come monumento vivo alla speranza. Nelle casette calde e ben attrezzate, i bambini possono giocare e studiare, le persone possono incontrarsi, leggere, caricare le batterie di telefoni o tablet o semplicemente riscaldarsi o ricevere altro aiuto necessario. Questo piccolo Villaggio della pace è dotato di due stufe, un generatore donato da Base Italia e 16 minigeneratori solari, per portare anche esempi chiari di transizione ecologica. La costruzione della Città della Pace è iniziata il 6 febbraio 2023.
«E stato sorprendente vedere quanta passione gruppi numerosi di uomini ucraini, sia operai specializzati del Comune che tanti volontari, hanno messo nell’issare in fretta il loro segno di pace rivolto al mondo intero: giovani e adulti impegnati attivamente nella resistenza sul fronte militare e nella ricostruzione del loro paese. Qui in Ucraina abbiamo visto la determinazione degli ucraini e la loro determinazione a vincere. Resistono e restano sulle loro terre perché vogliono vivere e si identificano come persone pacifiche che vogliono la libertà per i loro figli, anche a costo delle loro vite adulte», hanno sottolineato in una dichiarazione i portavoce di MEAN, Marianella Sclavi, Riccardo Bonacina, Marco Bentivogli e Angelo Moretti.
«Sono sinceramente grato ai nostri amici italiani per il loro aiuto all’Ucraina e la loro fiducia nella nostra Fondazione. Questa nostra lotta per la libertà ha unito tutte le persone preoccupate e coraggiose di tutto il mondo che credono nella libertà, nella democrazia e in un mondo libero. Ecco perché le chiamate notturne dall’Italia – “Non ci conoscete, ma vi abbiamo mandato quattro camion con materiali da costruzione” – non stupiscono più. Sai solo che da qualche parte nel mondo hai amici, anche se non ti conoscono ancora. Sono sicuro che la cooperazione tra la nostra Fondazione e il Movimento MEAN decollerà e insieme saremo in grado di portare molti benefici all’Ucraina», ha aggiunto Serhii Malyk, Presidente della Fondazione di beneficenza internazionale di Serhiy Malik “Free Spirit of Ukraine” e del Kyiv Municipal Motor Car Club (КМАМК).
L’architetto Mario Cucinella, che ha ideato il “Peace Village”, confessa: «È intenso il sentimento che accompagna un progetto come questo: nella sua semplicità esprime una forza credo unica. L’impegno che lo ha accompagnato e l’entusiasmo per il suo completamento dimostrano, anche in questo caso in una situazione cosi assurda, quanto le persone chiedano, più di ogni altra cosa, la possibilità di stare insieme, di avere un luogo nel quale potersi riunire. Ho pensato, per questa che è una piccola architettura a tre strutture, al simbolo universale della pace: perché l’architettura, che vuol dire costruire, insieme ad altri, qualche cosa che tutti potranno usare, qualche cosa intorno alla quale poi potrà nascere anche altro, è e deve poter essere un segno di pace».